giovedì 20 giugno 2013

Sette e mezzo.

















Il senso della vita è vivere
E per vivere ci vuole tempo

Un giorno mi sono ripresa il mio tempo
Qualcosa ho dato in cambio

Ho dato in cambio i giorni della settimana:
Lunedì non è più il primo della fila
Sabato non è meglio di Giovedì
Ogni giorno uguale all'altro
Tutti diversi

"Rivoglio venerdì, con la sua promessa di un domani migliore!"

Un giorno mi sono ripresa il mio tempo
Qualcosa ho dato in cambio:
I giorni della settimana

Li ho rimpianti per un po':
L'angoscia del Lunedì mattina
L'adrenalina del Martedì
Mercoledì sempre in bilico
Dai che siamo a Giovedì
E il Dress Down del Venerdì

Dico, il Dress Down del Venerdì!
Ti pagano anche per questo in certe aziende
Ti pagano per decidere - al posto tuo  - se e quando puoi presentarti casual, sentirti libero
Ti pagano per godere del clima prefestivo del Venerdì,
Quando quello stronzo dell'ufficio accanto, indossa finalmente un blue jeans

Un giorno mi sono ripresa il mio tempo
Qualcosa ho dato in cambio:
I giorni della settimana.
Adesso Dress Down Everyday!
Anche se, qualche volta, potrei tirarmi un po' più a lucido...

Andati i giorni della settimana
Tutti e sette, nessuno escluso
In cambio ho guadagnato le stagioni
seppure non proprio quattro, diciamo tre e mezzo:
Ché da queste parti la primavera è una sveltina
Fra un tantrico inverno e una fugace estate di passione

Un giorno mi sono ripresa il mio tempo
Qualcosa ho dato in cambio:
I giorni della settimana, 7 come i nani
Ho guadagnato:
3 figli
1 compagno
3 stagioni e mezzo
Che, facendo un rapido calcolo, fa 7  e mezzo!
Bilancio in attivo, direi.

Un giorno mi sono ripresa il mio tempo
La mia vita
Gli affetti
Le stagioni

Ho lasciato i giorni della settimana
Il Dress Down del Venerdì
E lo stronzo dell'ufficio accanto, stronzo a tutti gli effetti con o senza jeans

Nessuno mi paga per sentirmi carica di venerdì e depressa di lunedì
Mi sento carica o depressa a mio uso e consumo,
ma ho il tempo dalla mia, per cercare il senso

Il tempo per vivere

Un giorno mi sono ripresa il mio tempo
Ho fatto sette e mezzo
La "matta" sono io!






giovedì 13 giugno 2013

Una giornata ingarbugliata.

Ci sono giornate che proprio non filano, in cui la matassa non si sbroglia. Il primo nodo passa quasi inosservato: una risposta non data, uno sbuffo, un tono di voce più alto del solito.
Poi, piano piano, inarrestabili, si presentano uno alla volta gli altri nodi; non fai in tempo a sbrogliarne uno che eccone un altro, ancora più grande. Di nodo in nodo, ti ritrovai completamente aggrovigliato in frasi sbagliate, toni falsamente concilianti, sguardi sbiechi, silenzi, urla.
Eppure è solo una giornata come tante altre... con più sole, se proprio vogliamo dirla tutta!
Perché non va?
Perché ci sono certe giornate aggrovigliate, in cui proprio non va?
In un domino sfiancante di comunicazioni sbagliate, ci ritroviamo sfiniti a sera - grandi e piccini - con l'unico desiderio di chiudere la partita.
Capita.
E quando capita, mi sento travolgere da un monumentale senso di fallimento. La distanza fra quella che sono e quella che vorrei essere si fa incolmabile: ciò che penso non quadra con ciò che sento che non quadra con ciò che faccio.

E allora pesano, più del solito, gli sguardi di chi non aspetta altro che vederti inciampare, cadere rovinosamente in terra, chiedere aiuto,  perché "si mi sono sbagliata, non può funzionare, avevi ragione, dovevo essere proprio impazzita a pensare di farcela a crescere i miei figli".

Roba da matti: volere crescere i propri figli!
 
Giornate strane, in cui il filo imbrogliato, ti si attorciglia intorno alle caviglie e vacilli e ti chiedi: ma sarò capace?
E la domanda, purtroppo,  va  ben oltre le questioni che pongono i "benpensanti":

Ma come pensi di farcela, con tre bambini?
E il tempo per te?
Davvero credi di essere in grado di insegnare loro?
E la socializzazione?

Ecco, cari benpensanti, non sono le vostre domande che mi fanno vacillare. Perdonate.
La domanda che più mi fa vacillare è un'altra:

Sei, sarai la madre che vuoi essere?

Riesci, riuscirai ad amarli incondizionatamente?
Saprai lasciarli liberi?
Saprai rispettare la loro dignità?
Sei, sarai un buon esempio?

Ecco.... queste sono le domande che mi tormentano stasera.
Perché oggi non sono stata la madre che vorrei essere.
Perché oggi non li ho amati incondizionatamente.
Perché oggi non li ho lasciati liberi.
Perché oggi non li ho rispettati fino in fondo.
Perché oggi non sono stata un buon esempio. (E come dicevo qui: "Con i bambini quello che conta è l'esempio")

La buona notizia, per i benpensanti, è che oggi sono stata esattamente come molti di voi: un ottimo esempio di adulto autoritario.
La pessima notizia per me è che oggi non sono stata affatto come vorrei: un buon esempio di adulto libertario (che non vuol dire "permissivo", come alcuni insinuano: il permissivismo è solo la faccia edulcorata dell'autoritarismo).

La notizia (né buona né cattiva, in attesa dell'ardua sentenza dei posteri) è che non mollo. Prendo atto dei fallimenti, me ne aspetto ancora molti, ma non mollo.
So che l'unica da educare sono io.... e dunque continuo il cammino.

A chi aspetta di vedermi cadere, auguro un'attesa interminabile.

Mentre ai miei  figli, stasera, chiedo perdono.

Buonanotte
Buonanotte Istanbul





sabato 8 giugno 2013

Mamma cosa hai sognato stanotte? Stanotte ho sognato un Parko.


Mamma cosa hai sognato stanotte?

Con questa domanda, affacciata sull'infinito, mi sveglia ogni mattina  il treenne.
E ogni mattina ci inventiamo (senza confessarcelo) sogni e avventure.
Un modo bellissimo per augurarci una nuova, ricca giornata.

Altre, invece, sono le domande del seienne che vive - in questo periodo - una dimensione anche  molto pragmatica.
Annoto di seguito le ultime, giusto per ricordarmi di dare delle risposte, che siano precise, a scanso di proteste future ("mammaaaaaaa, ma tu avevi detto che....)

Perché quando piangiamo, escono le lacrime?
Perché i Cammelli hanno le gobbe?

 
E' vero che quando moriamo guardiamo tutto dal cielo?

La cosa grave, ma grave (soprattutto per una madre Homeschooler!) è che azzardo con slancio una risposta solo alla terza domanda, che mi consente di improvvisare, saltabeccando dal Pianeta del Prima di Nascere, alla Reincarnazione, al Ci Incontreremo in tutte le Vite!!
Domanda sulla quale, tutto sommato, non mi importa affatto se in futuro mio figlio dovesse dirmi "ma tu avevi detto che...", ciò che mi importa davvero è che in futuro, oltre il futuro,  qualcosa ancora ci si potrà dire!

Atea, Anticlericale!
Questa ero io fino a 6 anni fa, con tanto di punto esclamativo!
Anticlericale lo sono ancora: detesto tutte le divise, detesto i detentori della verità e del potere.

Ma Atea... non so...
C'è chi si converte in punto di morte, io mi sono, in un certo senso, convertita  in un punto di nascita, ovvero in sala parto!
Era appena nato Grande e aveva le stesse sembianze del piccolo Buddha che avevo sognato qualche settimana prima. So che raccontai a Nordico di un sogno bellissimo, pieno di pace: avevo visto un bambino, dalla pelle olivastra, gli occhi scuri e a mandorla seduto nella posizione del Loto. Quel bambino - dopo un cesareo della vergogna - era lì , fra le mie braccia, non aveva la pelle olivastra, aveva gli occhi chiari e non era nella posizione del Loto... ma era proprio Lui, identico.


Questa la suggestione... forse.

Poi c'è la ragione, si la ragione, quella che mi fa temere il nulla, il vuoto, la maledetta morte. Quella che non mi lascia accettare il caso. Quella che, quando guardo i miei figli, so che non avrebbero potuto che essere loro! Quella che,  nel dubbio, tanto vale darsi e dargli una speranza, una visione immensa, un senso che vada oltre...

Avete presente l'imbarazzo che può travolgere un Ateo, di fronte a tutto questo misticismo inaspettato?

Ma c'è anche tanta commozione... un inatteso e liberatorio senso di abbondono: la testa finalmente si riposa, il cervello si fa meno arrogante, e da dentro (o forse da fuori chissà), un'anima impolverata si stiracchia dopo essere stata chiusa, per anni, in un minuscolo cassetto. Non sembra offesa... non è da Lei.

Stralcio di una conversazione, al buio, ieri sera in attesa del sonno:


Io:  ...siamo tutti diversi
Grande: siamo tutti uguali e tutti diversi,
perché la pelle è la stessa, ma le anime sono tutte diverse.
 
Buio
Silenzio
Alcune Lacrime
 
Devo proprio ricordarmi di studiare la faccenda delle lacrime!
 
Stralcio dalla stessa conversazione:
 
Grande:  mi piace fare gli scherzi!
Piccolo: Mamma a me piace disegnare...
 
Uno di questi giorni racconterò della passione per il disegno di Piccolo. Si aggira per il mondo come un catalogatore settecentesco: "Papi vojo disegnare quel trattore; Papi quando torniamo a casa, disegniamo quella moto; Papi vojo disegnare un dinosauo cattivo; Papi...." . Papi lo prende in braccio, in genere la sera, e insieme disegnano, disegnano, disegnano.
 
Stralcio dalla stessa conversazione, Piccolo ormai dorme, Minuscolo è attaccato al seno, Grande non molla:
 
Mamma, vorrei andare in quel Parco, dove stanno manifestando.
 
A Istanbul, nel Gezi Parki.
 
Si, ma solo dopo che è finito tutto...
Silenzio
Ma io non capisco una cosa.
 
Quale?
 
Come fanno la notte? Se loro vanno a casa, poi arrivano le ruspe.
 
Non vanno tutti a casa, domani ti mostro qualche foto:
restano lì, accampati, dormono nelle tende.
 
Mamma?
Dimmi.
Ma i giornali dicono sempre la verità?
No amore.
Allora forse non è vero.
 
Mi chiedo cosa stia pensando: forse spera che non sia vero che qualcuno voglia costruire un centro commerciale in quel Parco. O teme che non sia vero che altri stiano lottando per salvarlo? Non faccio in tempo a chiederglielo.
 
Mamma e come si fa a sapere quando dicono la verità?




 
Bisogna cercare le risposte, amore, bisogna assaggiarle come fossero ciliegie. Non  accettare i frutti che in tanti ti offriranno, vai con le tue gambe fino all'albero, arrampicati, non fermarti al primo ramo, vai avanti, sputa via le ciliegie marce, quelle troppo acerbe, continua a salire  e ad assaggiare, fino a quando non trovi, finalmente, una ciliegia matura. Assaporala, quella è la tua risposta... Per il momento... perché sai, oltre quel ramo, ancora più su potrebbe esserci un frutto ancora più buono. Riposati, prendi tempo, non avere fretta... arriverà il tempo in cui saprai che è ora di ricominciare a salire.
 
Non capisco, come fanno i telegiornali a dire bugie?
Fammi un esempio.
 
Alcuni dicono che a Istanbul la gente è scesa in piazza pacificamente e che la Polizia ha iniziato ad attaccare con gli idranti e gli spray urticanti (censuro le atrocità più grandi, un giorno spiegherò perché)
 
Altri, invece, dicono che la gente è scesa in piazza armata di bastoni e di pietre
e che la Polizia è stata costretta a difendersi.
Ti sembra la stessa notizia?
 
Continuo:
Alcuni dicono che qualcuno vuole distruggere l'ultimo Parco di Istanbul, per avidità, per costruire l'ennesimo, inutile, orribile, centro commerciale.
 
Altri dicono che quel centro commerciale, darà un posto di lavoro a tante persone, che sarà utile e comodo poterci andare il sabato con tutta la famiglia a fare la spesa.
Ti sembra la stessa notizia?

 
Mamma, io saprei cosa fare:
Basterebbe fare una votazione e chiedere alle persone di scegliere.
 
Si chiama Referendum, amore, si chiama democrazia diretta.
E' proprio giusto, quello che dici.
 
Silenzio.
Minuscolo molla la tetta.
Grande molla gli ormeggi.
Li sento respirare, ognuno a modo suo, ognuno con il suo ritmo.
E' un concerto magnifico, tutto per me.
 
Si chiude una giornata.
Hanno impastato acqua e sabbia, aiutato il papà a falciare l'erba, si sono lanciati in discesa con il go-kart, hanno fatto i biscotti, un bagno veloce, hanno mangiato a più riprese come passeri in un nido e adesso ... chissà dove sono?
 
Buonanotte.
Buonanotte  Istanbul.
 
 
 

Mamma cosa hai sognato stanotte?
 
Che una nuova, ricca giornata abbia inizio!
 
Buongiorno.
Buongiorno Istanbul.
 
 


martedì 4 giugno 2013

Pochi passi, quanto spazio!

La nostra quotidianità, si svolge in pochi metri quadri.
A 20 passi dalla nostra casa, c'è il nostro piccolo albergo, sul retro del quale c'è un piccolo giardino dove i nostri bambini scorrazzano in tutte le stagioni, ospiti permettendo.

Oltre il giardino: un prato, il bosco e  oggi anche un gregge di pecore, che sembravano massi in bilico sul ripido pendio erboso.

Tra la nostra casa e l'albergo c'è la casa dei nonni paterni, una grande, grandissima risorsa, ma anche lo spunto per un quotidiano esercizio di mediazione fra una nuora Mediterrona - decisamente fuori dai binari e con ambizioni buddiste (generalmente tradite) - e una suocera Nordica, tutta d'un pezzo e con regolari frequentazioni ortodosso cattoliche (mai trascurate).

Pochi metri quadri davvero, a fronte di una vita piena di spazio.

Quando, qualche anno fa, decisi di mollare tutto (Firenze, il mio lavoro, la mia casa di pietra, gli amici, la famiglia di origine e soprattutto uno schema a me noto), il mio quotidiano si srotolava attraverso i parecchi chilometri che mi portavano da casa al lavoro, su e giù, su e giù, su e giù.
Quando mi licenziai e feci i bagagli, in molti mi presero per matta, fatta eccezione per pochi amici.
Quante spiegazioni incerte, sfuggenti, impossibili ho dato a chi non capiva la mia scelta.
Nessun biasimo da parte mia, quella scelta, a dire il vero,  non riuscivo a capirla neanche io!
Non sapevo a cosa stessi andando incontro: nessuna idea, nessuna possibile valutazione dei costi e dei benefici, nessuna certezza.
Solo istinto, incoscienza, coraggio? Vita.

Se qualcuno, allora,  mi avesse descritto una vita fatta di un quotidiano incastonato in pochi metri quadri.... chissà... forse non sarei qui... forse non avrei mai scoperto quanto spazio possa essere racchiuso in soli 20 passi.

In questi pochi metri quadri, affacciati sulle montagne, c'è molto, moltissimo spazio prezioso.

C'è, sopra ogni cosa, lo spazio per il nostro tempo.

In questo andare e venire continuo, fra casa e albergo, c'è lo spazio per tutti i nostri figli: non uno per non avere rimpianti; non due perché "figlio unico mai!", ma tre perché....

C'è lo spazio per fare homeschooling, chi lo avrebbe mai detto!

Lo spazio per riflettere. Lo spazio per fare scelte più consapevoli, per fare le nostre scelte.
C'è lo spazio per portare i bambini nella fascia, per allattarli a richiesta, lo spazio per usare i pannolini di stoffa, lo spazio per interrogarsi sui detersivi fatti in casa e quello per decidere di farsi in proprio la pasta madre e iniziare a panificare. Lo spazio per il profumo dei dolci fatti in casa.

C'è lo spazio per condividere i pasti in famiglia.

Certo, lo ammetto, non c'è alcuno spazio, neanche uno spiraglio, per il cinema né per il teatro.

Ma in compenso c'è lo spazio denso delle stagioni, che qui sono quasi 4!
L'estate verde, verdissima, profumata di erba e ricotta di malga.
L'autunno barocco, dorato e rosso, che incendia il bosco.
L'inverno minimale, quasi grafico, bianco e nero, silenzioso, ovattato, riflessivo.
E poi c'è un accenno di primavera (la quasi quarta stagione!), timida, veloce , fugace, schiacciata fra il bianco chic e il verde pop.

Ecco, adesso lo so: la libertà si accontenta anche di pochi metri quadri, purché garantiscano un grande spazio.

E parlando di spazio e libertà, il mio pensiero va a chi, in questi giorni, sta coraggiosamente difendendo il Gezi Park di Istanbul.
Coloro che non capiscono il senso di tale protesta per 600 alberi in un parco, non sanno - e forse non sapranno mai - che quel parco è lo spazio per la democrazia, per la laicità dello stato, per la dignità delle persone, per i diritti delle minoranze, per il futuro dei Turchi e quindi dell'umanità intera.
Forza!