sabato 23 marzo 2013

La scuola che vorrei

Copio da Treccani.it qual è l'etimologia della parola "Scuola":

"scuòla (pop. o poet. scòla) s. f. [lat. schŏla, dal gr. σχολ, che in origine significava (come otium per i Latini) libero e piacevole uso delle proprie forze, soprattutto spirituali, indipendentemente da ogni bisogno o scopo pratico, ...].

"Libero e piacevole uso delle proprie forze, soprattutto spirituali, indipendentemente da ogni bisogno o scopo pratico..."
 
Quanta poesia in un dizionario, ve lo sareste mai aspettato? E quanto denso contenuto in questa sintesi perfetta che parla di scuola come di libertà.

Vado oltre, sempre su Treccani.it, e dall'etimologia passo alla prima definizione attuale:
scuola come "istituzione a carattere sociale che, attraverso un’attività didattica organizzata e strutturata, tende a dare un’educazione, una formazione umana e culturale, una preparazione specifica in una determinata disciplina, arte, tecnica, professione, ecc. "
Niente più poesia, niente più libertà possibile all'interno di "un'attività didattica organizzata, strutturata" e direi finalizzata a precisi e limitati obiettivi.
Un salto di rigo che vale i circa duemila anni che separano le origini dall'attualità!

Lunga premessa, lo so, che potrebbe bastare a dare una risposta al titolo del post.
Ma visto che la sintesi non è mai stata una mia dote, lasciatemi giocare a immaginare la scuola che vorrei.

La scuola che vorrei per i miei bambini è uno spazio "libero e piacevole".
La scuola che vorrei  ha alberi per arrampicarsi (lontano dai miei occhi apprensivi!)
Ha terra da coltivare e prati per rotolarsi. Ha buche da scavare a da e riempire e acqua per schizzare, lavare, infangarsi e ovviamente annaffiare! (e vai con il bucato!)
La scuola che vorrei ha un maestro di tiro con l'arco, seduto all'ombra di una quercia. I bambini sanno che non devono disturbarlo se sta leggendo un libro, ma quando posa il libro in terra corrono da lui per chiedere un consiglio, per imparare un nuovo trucco e poi - via!- a provare ancora la traiettoria giusta per centrare il bersaglio.
La scuola che vorrei ha una maestra di scienze, nella sua stanza affacciata sull'orto, che traffica ad ogni ora con alambicchi e bilance e microscopi. I bambini sanno che se la porta è chiusa, la maestra sta lavorando al suo "progetto segreto", ma quando la porta è aperta (e la porta è quasi sempre aperta) possono entrare e lei - la maestra - è sempre lì pronta a sciogliere un dubbio, a dare un suggerimento (ma solo se richiesto) e ovviamente ad evitare una reazione chimica esplosiva!
La scuola che vorrei ha un atelier (allestito in una vecchia serra in ferro e vetro), d'estate è fresca grazie alle correnti d'aria che si creano aprendo e chiudendo le finestre e d'inverno è calda. Il maestro non è sempre lo stesso; si alternano, infatti, artisti che lavorano alle loro opere. I bambini sanno che non devono interromperli se stanno lavorando, ma possono osservare in silenzio e quando vogliono possono loro stessi dedicarsi alla pittura, scegliendo liberamente materiali, colori, stili e soggetti.
La scuola che vorrei ha una falegnameria. Il maestro falegname è in pensione, nessuno gli corre dietro,  ha sempre tempo per i bambini che entrano e escono quando vogliono e Lui ascolta, aiuta, ma mai un suggerimento non richiesto, mai un intervento superfluo! Solo dopo pranzo, quando il Maestro accende la sua pipa, i bambini sanno che martelli e seghe devono tacere per una mezz'ora.
La scuola che vorrei non ha una stanza per la lettura: si può leggere ovunque, sdraiati in un'amaca, seduti per terra, persino al bordo del campo dove gli altri si sfidano a giocare a pallone! E ovviamente si può leggere al tavolo della luminosa biblioteca. Lì il bibliotecario sa sempre cosa consigliare e se solo glielo chiedi, ti legge volentieri qualcosa ad alta voce.
La scuola che vorrei ha un maestro di storia che oggi ti procura il materiale (scritti, foto, video) per appagare la tua curiosità su cavalieri e castelli e domani non si stupirà se vorrai andare indietro nel tempo e parlare di velociraptor, stegosauri e tirannosauri.
E poi c'è una maestra, quella di geografia, la maestra con lo zaino (l'unico zaino che vedrete in quella scuola è il suo!). Lei a volte c'è, ma altre volte non c'è... perché gira il mondo e quando torna da un viaggio tutti corrono per sentire i racconti di paesi lontani, per guardare le foto e provare nuove ricette esotiche nella mensa autogestita.
La scuola che vorrei ha non una , ma due aule dedicate alla matematica, perché la matematica è la materia che va per la maggiore, piace a tutti e li diverte, perché nella scuola che vorrei la matematica è troppo divertente!
La scuola che vorrei ha una pedana di legno che funge da palcoscenico; chiunque può improvvisare o preparare uno spettacolo.
La scuola che vorrei ha un'assemblea in cui adulti e bambini si confrontano e prendono insieme le decisioni. Niente voti, niente compiti a casa. Il senso di responsabilità e di rispetto verso gli altri e verso se stessi nasce dall'esercizio della pacifica convivenza quotidiana.

La scuola che vorrei è uno spazio libero, fisico e mentale, dove  poter pensare, sperimentare, crescere culturalmente, umanamente e spiritualmente.

Ci proveremo... siamo incoscienti abbastanza per farlo.
Sbaglieremo... ne prenderemo atto... correggeremo il tiro laddove necessario... ma ci proveremo fino in fondo.

Perché la scuola che vorrei mi mette allegria, è una scuola di gioia e di vita... e ciò che più desidero per Grande, Piccolo e Minuscolo è che vivano con gioia! Vi sembra troppo poco?...
A noi sembra tantissimo!

Il motto è sempre quello:
Vorrei, ma non posso... ma certo che posso!

Ci aggiorniamo!

7 commenti:

  1. Hai descritto il luogo che creai per i bambini qualche anno fa. Ora lo faccio per la mia famiglia. Scuola in famiglia. Evviva la cultura!

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    1. TataPaola, chissà che bella la tua scuola... io spero di essere all'altezza della mia visione delle cose. Grazie per i tuoi commenti!

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  2. Bellissima scuola... bellissima prosa.... bellissime immagini. :-)

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    1. Grazie... soprattutto perché devo anche a te il coraggio di iniziare questa avventura!

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  3. Tutto molto bello e magari ci fossero acuole cosi' in ogni luogo!

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  4. E' solo questione di organizzarsi, noi quest'anno ripartiamo da quattro bimbi....un'altra volta!

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  5. Bhe bello, posso venire anch'io? Io ci metterei anche un giardino per farfalle, un laghetto per libellule e ranocchi e qualche pecorella.

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