mercoledì 13 febbraio 2013

Analfabeti della felicità.

Homeschooling: da dove iniziare?
Leggere, scrivere, fare di conto...? Sono qui che penso a quali priorità darci per il nostro percorso di scuola familiare. Se seguire il programma scolastico o lasciarsi guidare dagli interessi dei bambini; se partire con lo stampatello maiuscolo o affrontare contemporaneamente tutti gli stili di scrittura, magari con penna e calamaio, tanto per metterci un po' alla prova.
Penso e ripenso. Ma  le risposte si confondono a causa DEL tarlo che lavora, incessantemente, nella mia testa. IL (articolo determinativo!) tarlo non è UN tarlo qualsiasi. Chi mi distrae, infatti, è IL tarlo che mi ronza in testa da qualche anno. E' il grillo parlante che non ho ancora preso a martellate. Lui, IL tarlo, mi disturba fischiettando quel motivetto che fa così :"Felicità è un bicchiere di vino con un panino, la felicità...". Credo che mi stia dicendo: "che ne dici di partire con l'ABC della Felicità"? (a meno che non mi voglia suggerire di offrire ai mie figli un bicchiere di vino con un panino, il che perlomeno sarebbe alla mia portata!).
Eccomi al dunque: che senso ha tenere i figli a casa per riproporre, fra le mura domestiche, lo stesso schema della scuola tradizionale? Qual è la vera alternativa che ci offre l'homeschooling? Quali obiettivi ci diamo?
Ma è facile: la nostra missione è e sarà la felicità!!!

La felicità? Ma certo!! E perché non anche la pace nel mondo, l'eliminazione dell'inquinamento e della cellulite, la salvaguardia di tutte le specie in estinzione, la sconfitta dell'economia virtuale (la chiamano finanza) da parte di quella reale con ridistribuzione del reddito, passando per l'abolizione delle rughe?????

Mi viene da piangere... Ma perché noi come gli altri mai?

Che ci posso fare... è tipico nostro, di Lui (del mio compagno di vita e di pensieri) e mio, volare alto, altissimo, per poi atterrare sempre in maniera piuttosto rocambolesca. Eppure ce la siamo sempre cavata alla grande... E dunque perché non provare a partire dall'ABC della felicità, come suggerito dal tarlo??
La missione non è affatto facile. Inutile negarlo: io sono un'analfabeta del ramo, a me nessuno ha insegnato che si può, che si DEVE essere felici, nel senso buddista del termine. Felici, ovvero capaci di affrontare serenamente la vita senza farsi travolgere dagli eventi e dalle emozioni, avendo compassione per sé e per gli altri. Non io, io sono cresciuta a latte, biscotti e "doveri", senza avere mai il tempo e neanche il diritto di chiedermi di cosa avessi bisogno, senza riuscire a riflettere su chi fossi davvero, oltre le aspettative degli altri.  La nostra cultura, imbevuta di cattolicesimo, d'altronde, ci insegna che gli ultimi saranno i primi e che la vita è sofferenza e che il Paradiso verrà.... forse... ma non per tutti... e solo dopo aver superato il durissimo esame di ammissione. 

Ma IL tarlo non ne vuole sapere, non mi dà alternative.
E allora decolliamo, per questo volo libero e mettiamoci ad imparare l'ABC della felicità.... che la scrittura, la matematica, la storia e la geografia verranno da sé e, a confronto,  saranno un gioco da ragazzi! Non possiamo farci bocciare!!!

PS: Per la pace nel mondo e l'eliminazione della cellulite... ci stiamo organizzando!!!

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