E invece no! Ecco che il pensiero
libero si è insinuato, attraverso alcune letture, mandando all’aria le mie certezze, con la
stessa facilità con cui il piccolo fa crollare le complesse architetture di mattoncini
realizzate da suo fratello. Stesso fracasso, stesso sgomento del mio maggiore, nel
vedere ai miei piedi, le macerie di una ex granitica certezza: la scuola!!!E adesso niente è più scontato per noi.
Improvvisamente, cambiando “semplicemente” punto di
vista, la scuola ci appare altro! Ci appare come tutte le istituzioni totali
(M. Faucolt – carcere, manicomio, scuola ), esclusivamente orientate alla difesa e al mantenimento
dello status quo (a livello politico/sociale) oltre che orientate, ovviamente, alla loro stessa perenne sopravvivenza (non potendo quindi mettersi mai veramente in discussione).
La scuola, dunque, non ha né mai ha avuto lo scopo di “Educare” (da educere) ovvero
“tirare fuori” da ogni individuo le sue vere potenzialità, ma piuttosto ha e ha
sempre avuto quello di “Istruire” (da In-struere) ovvero “fabbricare”
“addestrare” individui… “modello”,
quello di Insegnare (da In-signare) ovvero
di segnare, imprimere marchiare. 13 anni
di catena di montaggio il cui prodotto finale sono ex bambini finalmente
addestrati ad essere adulti passivi, sensibili all’autorità, del tutto sordi
alle proprie vocazioni o aspirazioni, del tutto dipendenti dal giudizio esterno,
competitivi, massificati, acritici, spaventati.
Scuola come fabbrica
di cittadini /operai/ impiegati/ consumatori obbedienti. Non è un
caso, non può esserlo, che la stragrande maggioranza delle nostre scuole siano
grigie e squallide proprio come fabbriche e che, al loro interno, si consumino rituali del tutto simili. Il suono della
campanella, alla stregua della sirena; il grembiule, come la tuta da operaio;
la rigida suddivisione in classi (sulla base dell’età), come quella in reparti;
e soprattutto un sistema premiante/punitivo all’interno di una indiscussa
organizzazione gerarchica, che non lascia alcuno spazio
all’autodeterminazione del singolo (neanche per andare in bagno!). L’insegnante, mette in pratica il programma
calato dall’alto, così come il caporeparto traduce il piano aziendale,
elaborato negli uffici dell’alta dirigenza. Alunni/Operai passivi,
numeri tutti uguali, senza nessun libero arbitrio, valutati sulla base della
loro “produttività”, puniti o premiati con voti, incentivi o lettere di
richiamo, promozioni, scatti di carriera,
bruschi arresti o bocciature. Nessuna, benché minima, partecipazione diretta. Nessun
margine per esprimere i propri interessi, le proprie peculiarità, la propria unicità:
alla catena di montaggio questo non serve! Bambini /Operai tutti nelle loro anonime
divise, grigi come le scatole nelle quali trascorrono 8 ore al giorno, sempre
al chiuso, 5 giorni a settimana… per molti, moltissimi anni… forse una vita
intera. In attesa del sabato, delle vacanze di Natale, delle due settimane di
ferragosto, per avere l’illusione di essere ancora padroni di se stessi e della
loro vita.
Ma i Bambini non sono Operai! Le scuole non sono fabbriche!
E per dirla tutta anche noi, donne e uomini adulti, nelle vesti di operai,
impiegati, cittadini, non avremmo diritto a tutt’altra dignità, ad una vera
autodeterminazione, ad una reale
libertà? Ma qui il pensiero libero, plana verso derive anarchiche… Utopie? Ideali? No. Solo prove di pensiero libero, percorsi critici, tentativi di interpretare le
cose in modo altro rispetto a quello che ci viene propinato, proprio a partire dai primissimi anni di
scuola in poi.
Dunque, tornando a noi, che fare con i nostri 3 pargoli (il
terzo in arrivo)?
La scuola non è forse
obbligatoria? No… la scuola
cosiddetta dell’obbligo non è affatto obbligatoria!
Art 30 della Costituzione
E`
dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se
nati fuori del matrimonio. Nei casi di incapacità dei
genitori, la legge provvede a che siano assolti i loro compiti. La legge assicura ai figli nati fuori del matrimonio ogni tutela
giuridica e sociale, compatibile con i diritti dei membri della famiglia
legittima. La legge detta le norme e i limiti per la ricerca
della paternità.
Altro fracasso, altro sgomento iniziale, per Lui, per me, nell’apprendere questo: non
siamo obbligati a mandare i figli a scuola!!! Dunque potremmo tenere i figli a casa e fare
scuola parentale ( homeschooling per gli anglosassoni)??? Caspita, la libertà
può dare le vertigini, si tratta di decidere con la propria testa, di assumersi
le proprie responsabilità, di fare
errori nuovi e imprevedibili, di metterci la faccia, di intraprendere una
strada del tutto sconosciuta e di farlo totalmente in solitaria.
Ecco, questo è il nostro pensiero libero da mesi.. questo è
il percorso al quale guardiamo, pieni di dubbi ,di paure, senza certezze… se non
quella che noi i figli a scuola non ce li vogliamo davvero mandare!
Perché adesso siamo consapevoli che i bambini imparano senza bisogno di insegnanti (lo
fanno dalla nascita ai 3 anni, senza che nessuno se ne meravigli). Che i bambini (e non solo) imparano attraverso il fare attivo e
non l’ascolto passivo, attraverso il gioco (che dovrebbe essere la loro
attività principale), i bambini imparano seguendo liberamente i loro interessi,
le loro passioni del momento; imparano secondo i loro tempi perché sono guidati dal gusto di scoprire, se non glielo togliamo. Questo ce lo dice la pedagogia moderna, la psicologia, l’esperienza. Ma pare che
tutto ciò non riesca a varcare i cancelli alti
e i muri grigi delle scuole istituzionali. Eppure esistono molte esperienze, in giro per
il mondo, di scuole libertarie incentrate sulla fiducia nel bambino, nelle sue
capacità e nella sua innata volontà a capire,
scoprire; incentrate sul rispetto della sua integrità e dignità; su un rapporto di parità
fra adulti e bambini attraverso la pratica quotidiana di una vera democrazia
diretta…
Eccoci dunque, Lui ed io, in questo piccolissimo paese sperduto, con la
sua piccolissima scuola, a doverci giustificare con chi ci chiede perché non
stiamo mandando i bambini a scuola (al momento la materna). Due bambini in meno
su un totale di dieci non sono pochi, ce ne rendiamo conto….. Mi spiace, ci spiace, sappiamo quanto conti
la scuola per coloro che ancora ci credono, o semplicemente per coloro che non hanno
alternative concrete; sappiamo di essere dei privilegiati perché abbiamo tempo
ed energie (lavorando autonomamente) per prenderci cura direttamente dei nostri
figli, per crescere insieme a loro.
Ma le domande per noi adesso importanti sono
altre: saremo in grado? Riusciremo ad essere forti e sereni? Sapremo educarli e
non istruirli? E loro, soprattutto, saranno felici?
Tra alti e bassi andiamo avanti.Il mio motto è sempre lo stesso: “vorrei, ma non posso… ma accidenti.. si che posso!!”
PS: Cerco di postare alcuni link interessanti; ovviamente ci
sarebbero moltissime altre cose da dire…. Tempo al tempo.
http://www.educaresano.net/http://www.decrescita.com/news/?p=2207
http://scuolalibertaria.blogspot.com/
http://www.educazionelibertaria.org/
http://educazioneparentale.org/
http://www.controscuola.it/
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